lunedì 4 agosto 2014

«La Lampada di Aladino», un must di critica letteraria contemporanea, a opera del poeta e critico letterario, Luciano Domenighini



Esce nella collana di critica letteraria di TraccePerLaMeta Edizioni, La Lampada di Aladino. Annotazioni critiche su poeti contemporanei,1 Volume critico-antologico di Luciano Domenighini, poeta e critico letterario bresciano, e sotto la cura editoriale del poeta e aforista palermitano, Emanuele Marcuccio, ivi presente con sette titoli.
Luciano Domenighini nell'introduzione scrive: «[I]l poeta, come tutti gli artisti, ha un ruolo scenico, istrionico, un ruolo sociale di intrattenitore, inteso allo svago, al piacere di un pubblico proteiforme e giudicante, casualissimo e disimpegnatissimo. D’altra parte si vuole che al poeta sia concesso il lusso della sincerità nel manifestare la propria indole e i propri moti interiori. A me [...] piace invece pensare che egli sia, oltre che glorificatore asservito o impudico teatrante di se stesso, anche libero custode della parola. La Lampada di Aladino si occup[a] di venti poeti italiani contemporanei, sconosciuti o emergenti, dilettanti o “professionisti”. 
[...] Se la poesia, fatto salvo, volta per volta, il grado della sua caratura formale, è, in definitiva, un atto d’amore, anche la critica, pur tanto nell’arida pedanteria dei suoi schematismi analitici quanto, per contro, nella barbara e supponente arbitrarietà che così spesso si arroga, quando non divaga in digressioni vanesie e narcisistiche ma si rivolge esclusivamente all’oggetto artistico, la critica, dicevo, nel suo approccio conoscitivo, nel manifestarsi come volontà di comprensione, può essere anch’essa un atto d’amore.»

Francesco Martillotto nella prefazione scrive: «La poesia di per sé stessa ha un armamentario cosiddetto “alto”: anzitutto uno spettro linguistico non comune, delle scelte metriche (quand’anche nell’ultimo secolo ci sia stata molta libertà), delle scelte fonetiche (quanti termini sono allitteranti, onomatopeici o si riconducono alle figure di suono?), delle scelte di stile e di sintassi (quanti poeti, anche inconsciamente, usano l’iperbato?). La poesia richiede, allora, attenzione, richiede concentrazione per la sua polisemia, ha una tale “densità” che va a cozzare contro le prerogative della comunicazione odierna, almeno quelle sviluppatesi dagli anni Sessanta in poi. 
[...] Il poeta, assodata l’idea del «valore alto se non addirittura supremo» della poesia, vista come «sinonimo o emblema di nobiltà, di superiorità, d’eccellenza», deve cercare di preservare in primis i suoi percorsi mentali ed il suo linguaggio, che si sa è comunque fuori dal coro, mantenendosi distante dal rischio dell’appiattimento e della superficialità, mentre gli strumenti della modernità, il nuovo, non li può rigettare demonizzandoli per estraniarsi dalla realtà sociale e chiudersi nel proprio castello letterario. Anzi li deve assoggettare ed utilizzare al meglio affinché la rete diventi volano di idee e progetti.»
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Salvatore Daniele nella quarta di copertina scrive: «[L]a poesia resiste tenacemente e questo libro ne è la testimonianza. Perché la poesia fa parte del modo di essere, individuale e sociale, dell’uomo, quali che siano i risultati in termini di contenuto ed estetici. Fonte ed oggetto della poesia non sono solo le emozioni, ma è l’intero mondo interiore dell’uomo, l’ ‘io’ come ‘microcosmo’. Tale ricchezza inesauribile di ‘materia’ ha bisogno per esprimersi di una parola non comune, rifinita, con una valenza semantica maggiore rispetto alle esigenze della comunicazione ordinaria. La parola poetica è portatrice di un significato eccedente, talvolta in parte ignoto allo stesso poeta, che agendo su un animo altrui può far sì che “poca favilla gran fiamma seconda”. 
[...] Nell’esprimere la propria singolarità, assumendosene i rischi, il poeta adempie una funzione universale, nel soddisfare un bisogno individuale ricopre un ruolo sociale. 
Ecco perché il nostro tempo, troppo piegato alle esigenze di una razionalità strumentale e tecnologica, ha ancora bisogno, anzi necessita, della poesia, la quale, non c’è dubbio, se morirà, lo farà insieme all’ultimo uomo.»

Nell’opera figurano le poesie dei seguenti autori: Emanuele Marcuccio, Giorgia Catalano, Marco Nuzzo, Giovanni Amato, Rosa Cassese, Lorenzo Spurio, Silvia Calzolari, Giuseppe Cristini, Sandra Carresi, Paola Surano, Maria Rita Massetti, Annamaria Pecoraro “Dulcinea”, Anna Maria Folchini Stabile, Anna Alessandrino, Michela Zanarella, Raffaella Amoruso, Anna Bonarrigo, Margherita Calì, Annamaria Stroppiana Dalzini, Matteo Cotugno, Luciano Domenighini.





SCHEDA DEL LIBRO


TITOLO: La Lampada di Aladino
SOTTOTITOLO: Annotazioni critiche su poeti contemporanei
AUTORE: Luciano Domenighini
CURATORE: Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Francesco Martillotto
EDITORE: TraccePerLaMeta Edizioni
GENERE: Critica Letteraria
PAGINE: 304
ISBN: 978-88-98643-22-6
COSTO: 13 €

Info:






Luciano Domenighini (Malegno - BS, 1952). È poeta, critico letterario e critico musicale. 
Ottenuta la maturità classica si laurea in Medicina e inizia la professione medica quale medico di Medicina Generale, attività che svolge tutt’ora. 
Negli anni universitari collabora, per tre anni, con una radio locale a Parma in qualità di critico musicale per la musica operistica. 
Nel 2000, a Bologna, ottiene il primo riconoscimento letterario, una segnalazione a un premio di poesia. 
Nel 2003 vince il premio internazionale “Provincia di Trento” per la poesia “Canzone”. 
E nel 2004 al Vittoriale di Gardone Riviera gli viene assegnato il premio internazionale “Gabriele d’Annunzio” per la poesia “Esercizio di rima”. 
Sempre nel 2004 pubblica la sua prima raccolta di versi “Liriche esemplari”. 
Collabora nel frattempo saltuariamente con giornali locali come critico letterario. Nel 2004 ottiene il 4° posto al premio Nazionale di Poesia “Il graffito d’Oro”, riservato a Medici e Farmacisti letterati, con la poesia “Dalla spiaggia” e due anni dopo nel 2008, sempre al “Graffito d’oro”, vince il premio speciale della giuria con la poesia “Al figlio”. 
Ancora nel 2008 ottiene una segnalazione alla XXI edizione del premio Nazionale Città di Corciano con la poesia “Mottetto”. 
Nel 2010 redige un breve commento critico ad alcune poesie di giovani poeti siciliani fra cui quindici titoli della raccolta «Per una strada» di Emanuele Marcuccio. 
Ha scritto la prefazione al romanzo, Il dio sordo di Antonio Scotto Di Carlo, sua opera prima. 
Nel 2012 è stato membro di giuria del concorso letterario internazionale “TraccePerLaMeta”. 
Ha curato le prefazioni degli ultimi due libri di Emanuele Marcuccio. 
Ha in progetto un Volume di traduzioni di celebri poeti francesi, dall'Ottocento ad oggi.


1 Il libro si chiuderà con un'appendice in cui Domenighini commenterà criticamente cinque poesie di celebri poeti della nostra letteratura: "A Zacinto" di Ugo Foscolo; "La Pentecoste" di Alessandro Manzoni; "La siepe" di Giovanni Pascoli; "Immagini del viaggio e della montagna", "Il Canto della Tenebra" di Dino Campana.
2 Ricordo qui la brillante idea di Emanuele Marcuccio che ha creato e curato l’antologia poetica Dipthycha. La suggestione iniziale avviene su internet davanti ad un pc, che diventa il tramite attraverso cui gli autori presenti si relazionano attorno ad argomenti poetici comuni e si sentono membri di una comunità, seppur virtuale. A Marcuccio va il merito di aver creato, come scrive nel profilo critico Domenighini, «un salotto letterario telematico che va ben oltre gli ambiti regionali della Sicilia».
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venerdì 11 luglio 2014

MAI (PIU') TUO di Silvia Silvy Calzolari - fotografia di Rosa Colacoci




MAI (PIU') TUO di Silvia Calzolari
fotografia di Rosa Colacoci
"Ogni libro è anche la somma dei malintesi di cui è l'occasione. (Georges Bataille, Su Nietzsche, 1945)
nella foto la scrittrice Maddalena Costa


S'arriccia cellulosa
odorosa a spalle
che accorciano chiome
lisce a suggestione
d'occluse pagine (in)attese.

Fragile denuda inchiostri
a parto che aff(l)igge
ferme lettere insite a penna
oltre frecce-carezze d'altri occhi
bulimici d'anoressie ravvisate.

Si scolla costola d'eremita
rompendo bozze (in)spiegate
nei chiari in-cauta-mente o-scuri
di preghiere a braccio non più tuo.

Segue s'insegue
feroce aria in-chiodata
a dolci onde in verbo
sbriciolando (d)io in miriadi d'io
liberi da ogni sè
nel concerto mai (più) tuo.

silvia calzolari

martedì 3 giugno 2014

"Omaggio ad Adriano Olivetti" - Sala Manzù dal 5 al 15 giugno 2014 - Inaugurazione 5 giugno ore 17 - Recital di Poesie 12 giugno - ore 17






OMAGGIO AD ADRIANO OLIVETTI
La 41° Mostra di Arte e Poesia del Gruppo Artistico Fara Stabile di Poesia di Bergamo si tiene presso la Sala Manzù dal 5 al 15 Giugno 2014 ed ha per tema: Omaggio a Adriano Olivetti. 
Mostra, che sarà il 5 giugno alle ore 17 alla sala Manzù, con orari 10-12 e 16-19 Sabato e Domenica e 16-19 Giovedì e Venerdì, parlerà di Adriano Olivetti Pasquale Emanuele e della Mostra Sandra Nava. Saranno in esposizione anche manifesti originali della pubblicità Olivetti e materiali, grazie alla collaborazione di Pietro Boschini restauratore e collezionista e di Romano Capitanio concessionario Olivetti. 
Partecipano gli Artisti:
Stefania Agazzi, Romano Arienti, Angelo Balduzzi, Nicoletta Barbanera, Emmina Bartoli, Elio Bianco, Patrizia Bonacina, Giulia Brandolisio, Lella Buzzacchi, Franz Cancelli, Enza Capocchiani, Guglielmo Clivati, Silvana Cortinovis, Giovanni Davì, Stefano Davì, Aquilino Delmonte, Vincenzo Donnarumma, Pietro Garofalo, Ada Garrone, Italo Ghilardi, Francesco Lussana, Antonio Mangone, Mimma Maspoli, Franco Meani, Luigi Ravasio, Vincenzo Rocchi, Mario Rondi, Mariantonietta Salvoni, Augusto Sciacca, Nadia Tornabene, Pino Viscusi.
Partecipano i Poeti:
Nelia Bianchi, Lella Buzzacchi, Silvia Calzolari, Enza Capocchiani, Pasquale Emanuele, Francesca Facoetti, Nazarena Guadagna, Oscar Locatelli, Nunzio Pizzuto, Mario Rondi, Cetti Severino, Luisella Traversi Guerra.


Associazione Gruppo Artistico Fara Stabile di Poesia di Bergamo Associazione Amici delle Mura di Bergamo Bergamo 

giovedì 22 maggio 2014

FONZO ET DELICATA – L’AMORE AL TEMPO DEI CROCIATI E TRINITARI A CAMPOBASSO


FONZO ET DELICATA – L’AMORE AL TEMPO DEI CROCIATI E TRINITARI
A CAMPOBASSO







Correva l’anno 1587 a Campobasso quando Fra Geronimo da Sorbo mise finalmente pace tra due confraternite rivali: i Crociati e i Trinitari.
In quel giorno si celebrarono ben 67 matrimoni tra giovani delle opposte confraternite, tranne uno, quello tra Fonzo Mastrangelo e Delicata Civerra.
Il loro amore ostacolato dalle relative famiglie di opposta fazione non poté coronarsi perché Delicata, gravemente malata in seguito all’imprigionamento, in una torre umida, da parte del padre che ostacolava il matrimonio, morì il 12/03/1587. Fonzo, presente al suo capezzale, si fece successivamente frate per morire solo qualche anno dopo.
Una storia d’amore simile a quella di Giulietta e Romeo di W. Shakespeare.
Intorno a questo amore e alla pace fatta tra Crociati e Trinitari ruotano molte iniziative culturali a Campobasso, soprattutto nel periodo che si approssima al Corpus Domini.
Quest’anno 2014 è però da ricordare per iniziative che hanno lasciato il segno anche per le generazioni future.
Il primo passo compiuto, in seguito ad un progetto voluto dalla Provincia di Campobasso e dall’Assessore Alberto Tramontano, è stato fatto con la pubblicazione della storia di Fonzo e Delicata, narrata attraverso una Graphic Novel magistralmente realizzata da Giovanni De Micheli, con la strutturazione, da parte della Incas Produzioni, di un dvd animato della stessa graphic novel. L’opera dal titolo “Fonzo et Delicata – Amore, guerra e pace nella Campobasso del XVI secolo” pubblicata da Palladino Editore, Campobasso, diventerà presto un progetto da portare nelle scuole, elementari e medie in primis, della regione Molise per permettere di approfondire la storia della nostra città attraverso uno strumento più moderno e ben strutturato.
La conclusione del percorso di questo progetto è stata una rappresentazione teatrale, messa in scena domenica 18 maggio (con probabile replica a Corpus Domini) nell’Auditorium del Liceo Classico di Campobasso, grazie alla regia di Palma Spina, che ne ha scritto anche il testo, dal titolo “Fonzo e Delicata. L’amore al tempo dei Crociati e Trinitari”.
Il cast di attori era formato da: Marco Caldoro, Vittorio del Cioppo, Aldo Gioia, Palma Spina, Francesco Vitale, Max Vitolo, Pasquale Arteritano, M.Carmela Di Tommaso e i giovani Michele Manocchio, nella parte di Fonzo, e Barbara Petti, che interpretava Delicata, i quali hanno saputo coinvolgere il pubblico presente in sala fino alla commovente scena finale della morte di Delicata. Bravissimi tutti gli attori e la regista/attrice Palma Spina, con scene meravigliose, evidenziate anche dalle riproduzioni dei costumi d’epoca indossati dagli attori e dalle comparse, messi a disposizione dall’Associazione Pro Crociati e Trinitari di Campobasso.
Iniziative del genere sono un balsamo per la cultura e la valorizzazione del territorio in un periodo, come questo, di sempre più magri investimenti in tale settore.
Anna Minicucci



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